Via libera all’incentivo per il posticipo del prepensionamento a favore dei dipendenti, pubblici e privati. Chi, avendo i requisiti, rinuncia ad andare in pensione con «quota 103», può intascare, in aumento dello stipendio, la trattenuta contributiva operata dal datore di lavoro in busta paga.

Con la facoltà il lavoratore riceverà in busta paga la quota di contribuzione che il datore di lavoro trattiene in busta paga cioè, di regola, il 9,19% della retribuzione pensionabile. Nulla cambia per il datore di lavoro che dovrà continuare a versare all’Inps la quota di contribuzione a suo carico (di regola il 23,81%).

Attenzione, l’opzione non è gratuita. 

Infatti:

  • Sulle somme aggiuntive incassate in busta si paga l’Irpef;
  • La pensione si impoverirà perché l’aliquota di computo sulle retribuzioni incassate dopo l’esercizio della facoltà verrà abbattuta dal 33% al 23,81% della retribuzione pensionabile.